Stefano Saliola

Nuovo CoronaVirus: Resilienza.

RESILIENZA

Spero di essere d’aiuto con questo articolo. Al massimo passerete qualche minuto a leggere……al tempo del Corona Virus.

RESILIENZA

In questi giorni siamo costretti per decreto ministeriale a rimanere a casa e a noi sembra di impazzire, ma pensate a quelle famiglie che hanno perduto i loro cari e a quelle che i loro cari sono nelle terapie intensive a combattere il virus. Un pensiero di Cordoglio per chi ha perso un proprio caro…

Migliaia di persone che soffrono, non si danno pace, rifiutano (giustamente) le banalità, le battute, le immagini tanto per ridere, le uscite sui balconi, i canti ……eppure dopo tanta sofferenza, se ne uscirà addirittura più forti di prima grazie alla RESILIENZA e hanno un ruolo fondamentale anche i nostri atteggiamenti (battute, canti etc etc).

Questa parola ha sicuramente una matrice latina (“resilire”, da “re-salire”, saltare indietro, anzi qualcuno lo paragona a risalire su una barca capovolta dalla furia del mare) ed esprime la capacità dell’essere umano di fronteggiare e superare positivamente una situazione molto stressante, un grande dolore, un lutto, ripristinando l’equilibrio psico-fisico precedente alla situazione e a quanto subito: in molti casi l’equilibrio mentale ed esistenziale viene anche migliorato e ci si sente più temprati.

In maniera esistenziale, il significato di resilienza consiste quindi nel prendere atto del trauma, il quale può essere rappresentato anche da un lutto o da una malattia improvvisa e duratura, imparando a conviverci, risollevandosi e guardando le cose da un’altra prospettiva.

La famosa frase: <nulla sarà come prima> vale per tutti noi indistintamente.

Preso atto del grande dispiacere che affligge la persona, il processo di resilienza (processo di recupero), inizia con una prima fase di completo rifiuto nel sentirsi destinati alla sofferenza. Si dice spesso o si pensa “basta, non posso più soffrire così tanto” e arriva il desiderio di uscire dallo stato di criticità, dandosi pure degli obiettivi minimi da raggiungere. In questa seconda fase gli obiettivi crescono di volta in volta e il tempo gioca un ruolo fondamentale. Addirittura nella terza fase, grazie a una certa solidità psichica maturata, arriva un atteggiamento di rivalsa e questo darà la sensazione di persona forte, pur di difendersi dalla compassione altrui.

Su cosa fa leva in noi la resilienza?

Innanzitutto su l’autostima, abbinata all’ottimismo. Dopo il primo input di voler scacciare psicologicamente la sofferenza, il convincimento migliore (legato per esempio a piccoli obiettivi iniziali) è l’autostima, cioè convincersi di essere forti e non farsi più abbattere da una considerazione negativa di se stessi.

Infatti la negatività (ansia, stress, etc) aumenta con le critiche altrui o commenti non adeguati e con questi si ripresenta più forte il dolore, l’amarezza, la sofferenza, aumentando così la possibilità di sintomi depressivi. Invece bisogna far prevalere l’autostima e ciò permette anche di essere maggiormente determinati nel riprendersi in mano la propria vita (dopo il dolore) e per questo interviene pure l’ottimismo che è in noi.

Si è maggiormente disposti a vedere e a cercare il lato buono delle cose, la famosa positività. Ecco che intervengono le emozioni positive (ci si concentra su quello che si ha e non su quello che manca) e chi è ottimista tende a sminuire le difficoltà che incontra nella vita e a mantenere più lucidità per trovare soluzioni ai problemi.

In piena emergenza CV19, nostra figlia Chiara ci ha scritto questo biglietto.

Una forma naturale “estrema” di ottimismo è il sorriso. Ridere o sorridere fa bene, si stimola la produzione di endorfine (sostanze chimiche prodotte dal cervello che migliorano il nostro umore, ma sarà materia di un altro articolo).

Ci sono ancora due fattori importanti per la resilienza e riguardano la propria energia psicologica, insieme al supporto sociale che non è da sottovalutare affatto. L’energia psicologica deve essere robusta, vigorosa e deve permettere la convinzione di saper controllare l’ambiente circostante e le situazioni più o meno negative. Sempre inerente la robustezza psicologica riguarda l’impegno personale nel portare avanti i propri obiettivi e il senso di sfida nell’avere una visione dei cambiamenti come incentivi per migliorare e migliorarsi. Da ultimo non dobbiamo sottovalutare il supporto sociale, ovvero il sostegno che altri possono dare a chi sta soffrendo o sta tentando di uscire da questa sofferenza. Il supporto può andare da semplici informazioni positive e rassicuranti (#andràtuttobene), all’essere oggetto di attenzioni amorevoli e/o di sentirsi apprezzati e stimati. Ottimo se ci fossero persone disponibili all’ascolto, pronte a recepire il racconto delle sventure subite.

RIASSUMENDO BREVEMENTE

La Resilienza è la capacità di affrontare lutti, eventi negativi, dolorosi e riorganizzare la propria vita in maniera positiva.

Alcuni fattori da prendere in considerazione:

  • l’autostima
  • l’ottimismo
  • l’energia psicologica personale
  • il supporto sociale

CONCLUSIONI:  NON DOBBIAMO MOLLARE.

Anzi rilanciamo giorno per giorno la sfida a questa situazione perché il tempo ci è amico e a breve tutto si risolverà. I primi timidi segni del – fine emergenza –  si vedono già in Cina e in alcuni paesi del Nord Italia colpiti per primi.

Forza perché questa è dentro di noi e dobbiamo solo tirarla fuori.

ANDRA’ TUTTO BENE.

Stefano Saliola

 

 

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